SCHOOLS OF THE NEW MILLENNIUM - UTA
Uno dei miei ricordi più belli è dai miei zii nelle campagne del paese...
correvamo con i cugini e le cugine nei campi di grano ancora verde...
e quando ci buttavamo in mezzo si creava uno spazio intimo, un rifugio, dove gli adulti non arrivavano...
e da lì si vedeva solo il cielo
Anonimo
>
L’impianto parte dalla necessità umana, educativa, costruttiva, ambientale e collettiva di una corte da un percorso capace di dialogare con il cielo e con la luce, ma contemporaneamente di dichiarare un’appartenenza genealogica. Parte anche dalla necessità contemporanea di rappresentare e formare la “gioventù” di un territorio come quello di UTA e della sua giovane Comunità.
Per questo la scelta della figura circolare, dell’anello in parte staccato da terra e in parte ad essa radicato: riferimento evidente all’architettura delle origini, così prepotentemente forte nell’Isola, ma anche volontà di contemporaneità, sia nel linguaggio che nella geometria, solo apparentemente astratta, sia nella materia.
Allora vogliamo subito mettere sul tavolo 4 elementi, 4 umanità, 4 storie:
- La pianta circolare arcaica (tholos)
- L’Oculus del Mantegna aperto verso il cielo
- Il lavoro radicato e profondo di Maria Lai
- Il lavoro radicato e internazionale di Costantino Nivola
Le radici “formali e fondative” di un popolo, l’Arte italiana nel suo aprirsi con un sorriso al cielo, oltre la religiosità, una donna e un uomo di questa Terra, due straordinari artisti, che hanno espresso la forza locale a livello di dialogo internazionale, nella materia, “leggera” o “pesante” che sia.
SCHOOLS OF THE NEW MILLENNIUM - UTA
Location: | Uta |
---|---|
Client: | Pubblico |
Team: | HZ Studio + Gianluca Peluffo & Partners |
Professional role: | Concorso di progettazione |
Date: | 2018 |
SCHOOLS OF THE NEW MILLENNIUM - UTA
Location: | Uta |
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Client: | Pubblico |
Team: | HZ Studio + Gianluca Peluffo & Partners |
Professional role: | Concorso di progettazione |
Date: | 2018 |
Uno dei miei ricordi più belli è dai miei zii nelle campagne del paese...
correvamo con i cugini e le cugine nei campi di grano ancora verde...
e quando ci buttavamo in mezzo si creava uno spazio intimo, un rifugio, dove gli adulti non arrivavano...
e da lì si vedeva solo il cielo
Anonimo
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L’impianto parte dalla necessità umana, educativa, costruttiva, ambientale e collettiva di una corte da un percorso capace di dialogare con il cielo e con la luce, ma contemporaneamente di dichiarare un’appartenenza genealogica. Parte anche dalla necessità contemporanea di rappresentare e formare la “gioventù” di un territorio come quello di UTA e della sua giovane Comunità.
Per questo la scelta della figura circolare, dell’anello in parte staccato da terra e in parte ad essa radicato: riferimento evidente all’architettura delle origini, così prepotentemente forte nell’Isola, ma anche volontà di contemporaneità, sia nel linguaggio che nella geometria, solo apparentemente astratta, sia nella materia.
Allora vogliamo subito mettere sul tavolo 4 elementi, 4 umanità, 4 storie:
- La pianta circolare arcaica (tholos)
- L’Oculus del Mantegna aperto verso il cielo
- Il lavoro radicato e profondo di Maria Lai
- Il lavoro radicato e internazionale di Costantino Nivola
Le radici “formali e fondative” di un popolo, l’Arte italiana nel suo aprirsi con un sorriso al cielo, oltre la religiosità, una donna e un uomo di questa Terra, due straordinari artisti, che hanno espresso la forza locale a livello di dialogo internazionale, nella materia, “leggera” o “pesante” che sia.