NUORO FOREST SCHOOL
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Che cosa significa “toccare la terra” in architettura?
Parlando dell'Origine dell'opera d'arte, Heidegger sostiene che la Terra è "ciò in cui il sorgere riconduce, come tale, tutto ciò che sorge come nel proprio nascondimento protettivo". La definizione conclude la celebre descrizione del tempio greco: "Eretto, l'edificio riposa sul suo basamento di roccia. Questo riposare dell'opera fa emergere dalla roccia l'oscurità del suo supporto, saldo e tuttavia non costruito. Stando lì l'opera tiene testa alla bufera che la investe, rivelandone la violenza. Lo splendore e la luminosità della pietra, che essa sembra ricevere in dono dal sole, fanno apparire la luce del giorno, l'immensità del cielo, l'oscurità della notte. Il suo sicuro stagliarsi rende visibile l'invisibile regione dell'aria. A solidità dell'opera fa da contrasto al moto delle onde, rivelandone l'impeto con la sua immutabile calma. L'albero e l'erba, l'aquila e il toro, il serpente e il grillo assumono così la loro figura evidente e si rivelano in ciò che sono. Questo venir fuori e questo sorgere, come tali e nel loro insieme. Essa illumina ad un tempo ciò su cui e ciò in cui l'uomo fonda il suo abitare. Noi la chiamiamo la Terra. Da ciò che intendiamo con questo termine occorre tener ben lontano ogni idea di massa materiale stratificata o di pianeta in senso astronomico. La Terra è ciò in cui il sorgere riconduce, come tale, tutto ciò che sorge come nel proprio nascondimento protettivo. In ciò che sorge è presente la Terra come la “nascondente proteggente”.
Eretto sulla roccia, il tempio apre un mondo e lo riconduce, nello stesso tempo, alla Terra, che solo allora si rivela come suolo natale.
Vale la pena quindi ragionare sulla fondazione della scuola di formazione del corpo forestale di Su Pinu rispetto al territorio e quindi sull’aspetto dell’edificio rispetto alla collettività di persone e studenti che ne faranno parte.
Fondazione intesa non solo come costruzione fisica dell’edificio ma come atto fondativo di un nuovo luogo capace di accogliere, formare e partecipare attivamente alla costruzione ed educazione di cittadini, persone e studenti.
NUORO FOREST SCHOOL
Location: | Nuoro |
---|---|
Client: | Pubblico |
Team: | HZ Studio + Gianluca Peluffo & Partners + GPA s.r.l. |
Professional role: | Concorso di progettazione |
Date: | 2018 |
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Come un “Tempio” della formazione la scuola sorgerà su un podio, a cavallo tra l’area più bassa, quella che ospiterà il giardino d’ingresso, e l’area più alta dove i quattro grandi volumi delle funzioni speciali della palestra, sala congressi, sala mensa e laboratorio emergeranno più alti rendendosi immediatamente riconoscibili alla percezione dei visitatori della scuola, in quanto fortemente caratterizzanti dell’immagine complessiva dell’opera, essi si mostreranno con travi verticali di legno in facciata ed un colore nell’intradosso della copertura.
Questi volumi sono intervallati da terrazze a tetto giardino che assolveranno il compito di ombreggiamento per i piani superiori ed integrazione visiva della scuola con il contesto circostante.
Al piano terra trovano spazio sul fianco sinistro gli uffici, in prossimità della Stazione del corpo forestale, l’aula congressi dotata di accesso dall’esterno, l’aula museale e l’aula multimediale
dotate di pareti mobili capaci di rendere lo spazio flessibile, le aule polifunzionali e l’officina e prove modelli.
Queste attività si svolgeranno in diretto rapporto con lo spazio esterno, per questo la loro localizzazione al pian terreno permetterà un continuo scambio dell’intera facciata tra lo spazio interno ed esterno, rendendo l’edificio di fatto sezionabile funzionalmente sarà permesso avere una pluralità di funzioni contemporaneamente attive oppure chiuse mantenendo invece solo una parte in funzione.
In questa ottica ad esempio lo spazio museale o il centro congressi potrà ospitare eventi serali mentre il resto del complesso non è visibile.
Il piano superiore più “difficile” da raggiungere è dedicato agli alloggi per gli studenti, la mensa e la palestra oltre la zona di caffetteria, biblioteca e sala lettura. Degli spazi quindi più domestici e conviviali, dedicati al riposo e allo studio, all’attività sportiva.
Questi ambienti sono in diretta comunicazione con l’esterno e sfruttando le coperture del piano sottostante come tetto giardino, sarà molto marcata la relazione tra sistema naturale e sistema artificiale. Queste terrazze saranno dei spazi a servizio delle funzioni del piano, luoghi dove studiare, mangiare o socializzare.
L’edificio pensato, fonderà le sue radici nella terra ed il suo aspetto apparentemente pesante, dato dai rivestimenti esterni in pietra, creerà nell’immaginario collettivo un luogo familiare, in sintonia con il territorio circostante.
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La roccia, il legno, la natura.
Uno degli scopi del progetto è voler ricercare un dialogo con il contesto e con la tradizione locale.
L’impianto dell’edificio di matrice razionalista permette la modularità degli spazi e quindi la loro flessibilità, soluzione ideale per opere di questa tipologia.
La scelta della pietra è un riferimento diretto all’immaginario della collettività locale e il territorio disseminato di muri a secco.
L’intero intervento è caratterizzato da muri perpendicolari all’impianto dell’edificio rivestiti in pietra fatta eccezione per i volumi più grandi delle macro funzioni, i quali per differenziarsi avranno un sistema di travi di legno verticali sulla facciata.
Queste daranno un carattere di “monumentalità” ben calibrata all'intervento e funzioneranno come brise soleil verticali migliorato il comportamento energetico dell’edificio.
Trattandosi della scuola del corpo forestale, la natura sarà un elemento chiave nello sviluppo del progetto, un filo conduttore capace di tenere insieme tutte le parti dell’edificio.
A partire dal giardino d’ingresso, questo spazio esterno non è inteso come una semplice sistemazione esterna, ma come uno spazio “vivo” mutabile nelle stagioni e nel tempo.
Il valore paesaggistico dell’opera accrescerà con il passare degli anni e della cura delle piantagioni.
Un’attenta analisi e scelta delle specie ed essenze sarà quindi posta durante le varie fasi della progettazione.
Questo giardino permetterà lo svolgimento delle funzioni esterne in particolare le aule laboratorio troveranno una diretta correlazione con lo spazio antistante permettendo lo svolgimento delle lezioni all'aperto.
Come precedentemente detto, la scuola di formazione de Corpo Forestale può essere paragonata ad un ‘tempio’ della formazione eretto sulla parte altimetricamente più elevata del lotto: per raggiungerlo sarà necessario attraversare, soprattutto per chi arriva a piedi, tutta la parte bassa dell’area, in linea di massima pianeggiante. L’attraversamento di questo spazio avverrà attraverso una piazza lineare pavimentata, che dall'ingresso sul viale Murichessa, conduce in maniera univoca ed inequivocabile, direttamente al fabbricato principale. La piazza d’accesso non si presenta come una superficie unica e monotona, ma è intervallata da elementi non simmetrici che movimentano lo spazio e generano nuove prospettive, come le vasche d’acqua, rimando concettuale alla presenza dei pozzi dei quali è stato previsto il recupero, e i setti murari, rivestiti in pietra, di altezze variabili, che assumono diverse configurazioni, come ad esempio sedute, quinte o giochi d’acqua.
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Lateralmente alla piazza d’ingresso si sviluppano gli spazi verdi: lo spazio pedonale contribuisce non solo a separare gli spazi, ma anche a distinguere le specificità delle due aree verdi.
L’area carrabile a senso unico di percorrenza, sarà posta a confine dell’area, e consentirà l’accesso ai due spazi di parcheggio previsti sul fronte e sul retro del fabbricato.
Gli spazi verdi non vanno a confine dell’edificio, ma sono da questo separati da un asse viario a senso unico che dà accesso allo spazio di parcheggio, a sua volta intervallato ed integrato dal verde.
La restante quota di parcheggi, configurata allo stesso modo, si sviluppa sulla parte più alta del lotto, sul retro dell’edificio, ed è resa accessibile grazie alla presenza di rampe di raccordo.
L’area verde a sinistra dell’ingresso, nella quale sarà presente anche la nuova stazione del Corpo Forestale, verrà destinata a Parco Botanico, mentre l’area a destra verrà destinata a vivaio, con scopi legati alla didattica e alla divulgazione.
Le due aree risultano percorribili attraverso l’apposita presenza di percorsi di penetrazione che hanno origine dagli assi principali. Come richiesto dal DPP, sono stati recuperati i camminamenti esterni in granito: l’asse trasversale è chiaramente visibile nella parte destra del lotto, mentre nell'area del parco botanico, il percorso risulterà integrato con la vegetazione e quindi meno palpabile per quanto ancora identificabile.
I setti rivestiti in pietra saranno presenti anche all'interno delle aree verdi, in modo da intervallare la vegetazione e generare nuove scene, nuove prospettive e suggestioni individuali, contribuendo a rendere lo spazio verde non solo un luogo di apprendimento vivace, ma anche uno spazio in cui rigenerarsi.
NUORO FOREST SCHOOL
Location: | Nuoro |
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Client: | Pubblico |
Team: | HZ Studio + Gianluca Peluffo & Partners + GPA s.r.l. |
Professional role: | Concorso di progettazione |
Date: | 2018 |
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Che cosa significa “toccare la terra” in architettura?
Parlando dell'Origine dell'opera d'arte, Heidegger sostiene che la Terra è "ciò in cui il sorgere riconduce, come tale, tutto ciò che sorge come nel proprio nascondimento protettivo". La definizione conclude la celebre descrizione del tempio greco: "Eretto, l'edificio riposa sul suo basamento di roccia. Questo riposare dell'opera fa emergere dalla roccia l'oscurità del suo supporto, saldo e tuttavia non costruito. Stando lì l'opera tiene testa alla bufera che la investe, rivelandone la violenza. Lo splendore e la luminosità della pietra, che essa sembra ricevere in dono dal sole, fanno apparire la luce del giorno, l'immensità del cielo, l'oscurità della notte. Il suo sicuro stagliarsi rende visibile l'invisibile regione dell'aria. A solidità dell'opera fa da contrasto al moto delle onde, rivelandone l'impeto con la sua immutabile calma. L'albero e l'erba, l'aquila e il toro, il serpente e il grillo assumono così la loro figura evidente e si rivelano in ciò che sono. Questo venir fuori e questo sorgere, come tali e nel loro insieme. Essa illumina ad un tempo ciò su cui e ciò in cui l'uomo fonda il suo abitare. Noi la chiamiamo la Terra. Da ciò che intendiamo con questo termine occorre tener ben lontano ogni idea di massa materiale stratificata o di pianeta in senso astronomico. La Terra è ciò in cui il sorgere riconduce, come tale, tutto ciò che sorge come nel proprio nascondimento protettivo. In ciò che sorge è presente la Terra come la “nascondente proteggente”.
Eretto sulla roccia, il tempio apre un mondo e lo riconduce, nello stesso tempo, alla Terra, che solo allora si rivela come suolo natale.
Vale la pena quindi ragionare sulla fondazione della scuola di formazione del corpo forestale di Su Pinu rispetto al territorio e quindi sull’aspetto dell’edificio rispetto alla collettività di persone e studenti che ne faranno parte.
Fondazione intesa non solo come costruzione fisica dell’edificio ma come atto fondativo di un nuovo luogo capace di accogliere, formare e partecipare attivamente alla costruzione ed educazione di cittadini, persone e studenti.
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Come un “Tempio” della formazione la scuola sorgerà su un podio, a cavallo tra l’area più bassa, quella che ospiterà il giardino d’ingresso, e l’area più alta dove i quattro grandi volumi delle funzioni speciali della palestra, sala congressi, sala mensa e laboratorio emergeranno più alti rendendosi immediatamente riconoscibili alla percezione dei visitatori della scuola, in quanto fortemente caratterizzanti dell’immagine complessiva dell’opera, essi si mostreranno con travi verticali di legno in facciata ed un colore nell’intradosso della copertura.
Questi volumi sono intervallati da terrazze a tetto giardino che assolveranno il compito di ombreggiamento per i piani superiori ed integrazione visiva della scuola con il contesto circostante.
Al piano terra trovano spazio sul fianco sinistro gli uffici, in prossimità della Stazione del corpo forestale, l’aula congressi dotata di accesso dall’esterno, l’aula museale e l’aula multimediale
dotate di pareti mobili capaci di rendere lo spazio flessibile, le aule polifunzionali e l’officina e prove modelli.
Queste attività si svolgeranno in diretto rapporto con lo spazio esterno, per questo la loro localizzazione al pian terreno permetterà un continuo scambio dell’intera facciata tra lo spazio interno ed esterno, rendendo l’edificio di fatto sezionabile funzionalmente sarà permesso avere una pluralità di funzioni contemporaneamente attive oppure chiuse mantenendo invece solo una parte in funzione.
In questa ottica ad esempio lo spazio museale o il centro congressi potrà ospitare eventi serali mentre il resto del complesso non è visibile.
Il piano superiore più “difficile” da raggiungere è dedicato agli alloggi per gli studenti, la mensa e la palestra oltre la zona di caffetteria, biblioteca e sala lettura. Degli spazi quindi più domestici e conviviali, dedicati al riposo e allo studio, all’attività sportiva.
Questi ambienti sono in diretta comunicazione con l’esterno e sfruttando le coperture del piano sottostante come tetto giardino, sarà molto marcata la relazione tra sistema naturale e sistema artificiale. Queste terrazze saranno dei spazi a servizio delle funzioni del piano, luoghi dove studiare, mangiare o socializzare.
L’edificio pensato, fonderà le sue radici nella terra ed il suo aspetto apparentemente pesante, dato dai rivestimenti esterni in pietra, creerà nell’immaginario collettivo un luogo familiare, in sintonia con il territorio circostante.
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La roccia, il legno, la natura.
Uno degli scopi del progetto è voler ricercare un dialogo con il contesto e con la tradizione locale.
L’impianto dell’edificio di matrice razionalista permette la modularità degli spazi e quindi la loro flessibilità, soluzione ideale per opere di questa tipologia.
La scelta della pietra è un riferimento diretto all’immaginario della collettività locale e il territorio disseminato di muri a secco.
L’intero intervento è caratterizzato da muri perpendicolari all’impianto dell’edificio rivestiti in pietra fatta eccezione per i volumi più grandi delle macro funzioni, i quali per differenziarsi avranno un sistema di travi di legno verticali sulla facciata.
Queste daranno un carattere di “monumentalità” ben calibrata all'intervento e funzioneranno come brise soleil verticali migliorato il comportamento energetico dell’edificio.
Trattandosi della scuola del corpo forestale, la natura sarà un elemento chiave nello sviluppo del progetto, un filo conduttore capace di tenere insieme tutte le parti dell’edificio.
A partire dal giardino d’ingresso, questo spazio esterno non è inteso come una semplice sistemazione esterna, ma come uno spazio “vivo” mutabile nelle stagioni e nel tempo.
Il valore paesaggistico dell’opera accrescerà con il passare degli anni e della cura delle piantagioni.
Un’attenta analisi e scelta delle specie ed essenze sarà quindi posta durante le varie fasi della progettazione.
Questo giardino permetterà lo svolgimento delle funzioni esterne in particolare le aule laboratorio troveranno una diretta correlazione con lo spazio antistante permettendo lo svolgimento delle lezioni all'aperto.
Come precedentemente detto, la scuola di formazione de Corpo Forestale può essere paragonata ad un ‘tempio’ della formazione eretto sulla parte altimetricamente più elevata del lotto: per raggiungerlo sarà necessario attraversare, soprattutto per chi arriva a piedi, tutta la parte bassa dell’area, in linea di massima pianeggiante. L’attraversamento di questo spazio avverrà attraverso una piazza lineare pavimentata, che dall'ingresso sul viale Murichessa, conduce in maniera univoca ed inequivocabile, direttamente al fabbricato principale. La piazza d’accesso non si presenta come una superficie unica e monotona, ma è intervallata da elementi non simmetrici che movimentano lo spazio e generano nuove prospettive, come le vasche d’acqua, rimando concettuale alla presenza dei pozzi dei quali è stato previsto il recupero, e i setti murari, rivestiti in pietra, di altezze variabili, che assumono diverse configurazioni, come ad esempio sedute, quinte o giochi d’acqua.
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Lateralmente alla piazza d’ingresso si sviluppano gli spazi verdi: lo spazio pedonale contribuisce non solo a separare gli spazi, ma anche a distinguere le specificità delle due aree verdi.
L’area carrabile a senso unico di percorrenza, sarà posta a confine dell’area, e consentirà l’accesso ai due spazi di parcheggio previsti sul fronte e sul retro del fabbricato.
Gli spazi verdi non vanno a confine dell’edificio, ma sono da questo separati da un asse viario a senso unico che dà accesso allo spazio di parcheggio, a sua volta intervallato ed integrato dal verde.
La restante quota di parcheggi, configurata allo stesso modo, si sviluppa sulla parte più alta del lotto, sul retro dell’edificio, ed è resa accessibile grazie alla presenza di rampe di raccordo.
L’area verde a sinistra dell’ingresso, nella quale sarà presente anche la nuova stazione del Corpo Forestale, verrà destinata a Parco Botanico, mentre l’area a destra verrà destinata a vivaio, con scopi legati alla didattica e alla divulgazione.
Le due aree risultano percorribili attraverso l’apposita presenza di percorsi di penetrazione che hanno origine dagli assi principali. Come richiesto dal DPP, sono stati recuperati i camminamenti esterni in granito: l’asse trasversale è chiaramente visibile nella parte destra del lotto, mentre nell'area del parco botanico, il percorso risulterà integrato con la vegetazione e quindi meno palpabile per quanto ancora identificabile.
I setti rivestiti in pietra saranno presenti anche all'interno delle aree verdi, in modo da intervallare la vegetazione e generare nuove scene, nuove prospettive e suggestioni individuali, contribuendo a rendere lo spazio verde non solo un luogo di apprendimento vivace, ma anche uno spazio in cui rigenerarsi.